La società civile e i gruppi di aggregazione che ne fanno parte sono disciplinati da regole.
Sono le regole, senza dubbio alcuno, che consentono il proficuo e sereno svolgersi delle attività e il perseguimento dei fini e degli interessi che ne costituiscono la ragione di esistenza.
E ciò non cambia, tanto se si discuta di valori incomprimibili oggetto di guarentigie a livello istituzionale, come la tutela dell’incolumità delle persone e quella dei diritti civili, nondimeno di tutela dell’ambiente, del patrimonio pubblico e di quello privato, del lavoro, dell’iniziativa economica, quanto se si tratti di cultura, arte, sport, fino al puro edonismo.
Rispettare le regole presuppone attitudine al senso di civiltà e di responsabilità.
Rispettare le regole, per quanto per indole possa essere spontaneo, richiede sempre serietà e impegno. Spesso sacrificio.
Rispettare le regole, invece di fare quel che più aggrada, significa soprattutto avere rispetto degli altri.
Rispettare le regole è questione di dignità, è questione di onore.
E negli spazi in cui mi è consentito, è altrettanto cogente per me esigere correttezza.
Chi tenta di fare il furbo, come da prerogativa del furbo per lo più per fini ignobili, troverà sempre in me un fiero, tenace oppositore. Si vada altrove, dove pagliacciate, trucchetti e prestidigitazioni sono ammesse. Consiglio il circo.
Io non ci sto.
Sento il dovere di non starci.