La malasanità, termine comunemente utilizzato per indicare errori o omissioni in ambito sanitario, rappresenta una delle principali cause di contenzioso legale in Italia. La responsabilità medica, invece, è il quadro giuridico che regola le conseguenze civili e penali derivanti da tali errori. Approfondire questi concetti è fondamentale per comprendere i diritti del paziente e le responsabilità degli operatori sanitari.
La responsabilità medica si riferisce all’obbligo di rispondere degli errori o delle negligenze commesse durante l’esercizio della professione sanitaria. Essa può essere civile [mira al risarcimento del danno subito dal paziente. Può essere di tipo contrattuale, quando c’è un rapporto diretto tra il paziente e il medico o la struttura sanitaria (art. 1218 c.c.); extracontrattuale, se il rapporto contrattuale non sussiste (art. 2043 c.c.)]; penale [riguarda la punibilità del medico in caso di reati come lesioni personali colpose (art. 590 c.p.) o omicidio colposo (art. 589 c.p.)].
Gli errori medici possono assumere varie forme, tra cui errori diagnostici (diagnosi tardive o errate che compromettono il trattamento), errori terapeutici (trattamenti o interventi non eseguiti correttamente), carenze organizzative (come mancanza di igiene o strumenti adeguati in una struttura sanitaria). Questi errori possono comportare danni biologici, morali o patrimoniali al paziente.
La Legge Gelli-Bianco (L. 8 marzo 2017, n. 24) ha riformato la disciplina della responsabilità medica, introducendo l’obbligo per i medici e le strutture sanitarie di rispettare linee guida e buone pratiche clinico-assistenziali; la limitazione della responsabilità penale del medico, prevedendo la punibilità solo in caso di colpa grave, quando le linee guida sono state seguite in modo inappropriato; l’obbligo di copertura assicurativa per i professionisti e le strutture sanitarie.
La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 577/2008, ha affermato che il rapporto tra paziente e struttura sanitaria si configura come un contratto di spedalità, attribuendo alla struttura una responsabilità contrattuale. La recente giurisprudenza ha inoltre sottolineato l’importanza del nesso causale tra condotta del medico e danno subito dal paziente, che deve essere provato con rigore scientifico.
Il paziente vittima di malasanità ha diritto al risarcimento dei danni fisici, morali ed economici, all’accesso alla documentazione sanitaria per verificare eventuali responsabilità, alla tutela legale per far valere i propri diritti in sede stragiudiziale o giudiziale.
La malasanità e la responsabilità medica sono temi complessi che richiedono competenze legali e mediche specialistiche. Conoscere i propri diritti è il primo passo per ottenere giustizia. Rivolgersi a uno studio legale esperto può fare la differenza nella tutela della salute e nel riconoscimento di eventuali risarcimenti.